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La pompa e il pozzo

LA POMPA E IL POZZO – luglio 2018
Dal diario di viaggio

Il vento si è alzato velocemente mentre eravamo ancora a ridosso di Santa Maria. Quest’isola ha una lunga spiaggia bianca di cristalli di granito e un mare che, per tali caratteristiche di rifrazione, è di un turchese luminescente che satura la vista.
Quella spiaggia scintillante è delimitata, purtroppo, dai muretti a secco delle ville, edificate prima di ogni regola restrittiva e oggi di proprietà di magnati della finanza e di Vip dello spettacolo. Qualche maldicente parla anche di funghi spuntati nottetempo e risanati con provvidenziali condoni. La più centrale è quella che appartiene a Roberto Benigni. A pochi metri mi indicano quella di sua moglie, (o di proprietà un’immobiliare di famiglia che lei possiede). Dormono in ville separate? E’ una battuta… Di fianco c’è anche un laghetto naturale, “naturalmente” privato, con ninfee bianche e rane gracidanti; qualcosa che, nei racconti, ricorda gli stagni fantastici di Monet. Le case sulla spiaggia, qui, non si possono costruire ormai da decenni. Queste in arcipelago, nel parco marino naturale della Maddalena, hanno valori inestimabili. A volte, imparare a memoria la Divina Commedia, può ripagare!

Il vento, che ora rinforza, fino a poco prima era tanto debole e incostante che lo skipper ha acceso il motore, in diverse occasioni, per superare alcuni passaggi impegnativi sotto costa. Prima di partire ci aveva chiesto se fossimo velisti, forse proprio per sentirsi autorizzato a fare manovre non ortodosse, soggette a critiche, oppure sperando che lo fossimo e potessimo fargli anche da equipaggio, secondo la nuova tendenza che si può anche pagare non solo per avere un servizio ma anche per svolgere occasionalmente un mestiere che abbia qualcosa di suggestivo. Ma non bisogna essere velisti per comprendere l’approssimazione e, per quanto ci riguarda, non intendiamo uscire dal nostro ruolo prestabilito di ospiti paganti.

Il vento ha iniziato a soffiare con intensità e ha gonfiato le vele. Comincia il divertimento. La grossa barca, che prima sembrava lenta, goffa e impacciata nelle manovre, si è inclinata su un lato e ora taglia in due le onde come una lama implacabile, senza più alcun rumore meccanico, solo quello del vento trattenuto nelle vele e quello del mare che, vi assicuro, rinfranca e riposa più del silenzio. Lasciato il tranquillo pozzetto di poppa, troviamo una sistemazione sulla tuga per goderci quel momento. Ci raggiunge la ragazza che assiste lo skipper. – Ho una casetta, ma veramente piccolissima, a San Teodoro, una specie di nido – ci dice – mentre il suo comandante è indaffarato a manovrare a poppa. Parla guardando un punto fisso lontano, mentre il vento le ingarbuglia i folti capelli biondi e ricci. È poco più di una ragazzina, tutta energia e voglia di vivere. Poi aggiunge, decisa: – Se la stagione mi va bene… cambio la pompa al pozzo e mi trasferisco lì!

-Scusami – la interrompo – puoi ripetermi la storia del pozzo? È la prima volta che sento questo modo di dire e me lo vorrei segnare…-
Mentre parlo, interrogo con gli occhi Antonello, che mi siede di fronte e che mi fa spallucce, neanche lui lo conosce, nonostante sia un sardo “doc” (non è un motto sardo tradotto, quindi). I quattro inglesi, con i quali condividiamo la mini crociera in arcipelago, invece sorridono e annuiscono, come se avessero compreso ogni cosa.

-No…No… – risponde lei, divertita – Devo proprio comprare la pompa del pozzo della casa! Per tirare su l’acqua…-.

-Ecco come nascono i modi di dire – le rispondo – Me lo segno lo stesso…-.
Per la serie: quando la spiegazione è più semplice di quanto tu possa credere.

©️Mio

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